Visualizzazioni totali

venerdì 31 dicembre 2010

STUDIARE LA STORIA: da "Che noia!" a "Che passione!"

Siamo spesso abituati a pensare che la storia sia una mera successione di eventi e che l'importante sia ricordarla a memoria. In realtà non c'è nulla di meno attraente che presentare la storia in questo modo ai bambini. La nuova didattica della storia, infatti, ha come obiettivo quello di stimolare la curiosità e la passione: due elementi fondamentali alla comprensione!
Anche pedagogisti famosissimi quali John Dewey, Jerome Bruner e Jean Piaget sostenevano che la scuola non doveva essere un luogo per la trasmissione di informazioni aride, ma "un luogo di vita e lavoro comunitario, una scuola che tramite l'uso dell'indagine e della scoperta stimoli l'allievo ad una diretta creazione del proprio sapere".
E' importante infatti che gli allievi sappiano che tutto ciò che conosciamo (riguardo la storia) lo conosciamo come un frutto dell'interpretazione altrui, di studiosi, archeologi, ecc.... E' fondamentale che l'allievo comprenda che gli storici, formulando delle verità, seguono un processo dubitativo e che lui stesso può avere una propria interpretazione della realtà basandosi sulle fonti (tracce, testimonianze, manufatti, indizi, resti, sintomi e documenti).
Questo serve a creare un atteggiamento critico e attivo nell'allievo ed è una sfida che l'insegnante deve saper lanciare!
Un altro fattore importante per la comprensione della storia è il non proporla come qualcosa di astratto, lontano e a volte anche indefinito, ma come un processo che ha portato a tutto ciò che conosciamo oggi! Partendo da qualcosa che loro conoscono e progettare poi un percorso che li porti a voler approfondire quel determinato tratto.
Come facciamo a spiegare ad un bambino che il Medio Evo è quell'età di mezzo tra l'epoca classica e l'epoca moderna?  Che vuol dire che inzia nel 476 d.C. e finisce nel 1492? Perchè proprio in questi anni?
Parliamo infatti di epoche così lontane da essere difficilmente concepite addirittura dagli adulti!
Uno dei progetti che mi ha molto colpito è stato quello riguardante le fiabe e le favole: partendo da questi racconti diffusissimi e conosciutissimi dai bambini si può poi percorrere una strada che porterà alla scoperta di tutto ciò che è insito nella stessa fiaba, favola, racconto, mito o leggenda...
Ad esempio, dopo aver visionato il film della Disney "Hercules", possiamo poi formulare un percorso che porterà i bambini alla ricerca storica di ciò che hanno visto nel film. Possiamo infatti partire chiedendo ai bambini: "Secondo voi, quando è vissuto Hercules? Dov' la nazione in cui è ambientata la storia? Secondo voi, all'epoca si vestivano davvero come abbiamo visto nel film? E che cosa mangiavano? Chi era Zeus? Secondo voi, la storia di Hercules è davvero così come l'abbiamo vista oppure c'è qualcosa di diverso?"
Questo è solo uno dei tanti modi che si possono trovare per motivare un bambino alla ricerca storica, alla voglia di essere attivo!
In conclusione, importante per motivare e stimolare l'interesse per la storia nei bambini è abbandonare il modello trasmissivo e motivare alla ricerca storica!
Vorrei concludere questo post lasciando un famoso detto di Confucio che è un pò un riassunto di quanto detto finora: "Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco!".

Bibliografia:
"Come volare sulle radici. Esperienze di didattica della storia", B. Borghi, Pàtron, Bologna 2005.
"L'albero del tempo", R. Dondarini, Pàtron, Bologna 2007

mercoledì 29 dicembre 2010

COMUNICAZIONE E INGIUNZIONE PARADOSSALE! Perchè tutto quello che faccio è sbagliato???

La COMUNICAZIONE PARADOSSALE avviene quando con la nostra voce comunichiamo una certa cosa, mentre con il corpo ne comunichiamo un'altra.
Per fare un esempio pratico mi verrebbe subito in mente il comportamento di molte coppie che ho avuto occasione di osservare:
 
"Ti va di uscire?" chiede lei, con evidente voglia di fare una passeggiata.
"Si, va bene! Usciamo" risponde lui, ma dicendolo alza gli occhi al cielo e con le mani fa un gesto di leggera insofferenza!

Qual è dunque il messaggio? A cosa bisogna dar conto in questa conversazione?
Questo piccolo esempio, forse un pò banale, riesce a chiarire il concetto che volevo esporre con la prima frase. Ma se per gli adulti questo tipo di contraddizione è piuttosto gestibile tramite un chiarimento, per i bambini non è affatto così.
La confusione che deriva dai messaggi contrastanti che il bambino sta ricevendo è certamente inevitabile. Durante la mia esperienza di tirocinio presso una scuola dell'infanzia ho avuto modo di sperimentarlo:


Siamo nel momento in cui i bambini sono seduti ai tavoli e fanno un disegno libero. C'è abbastanza confusione e l'insegnante tenta di ridurla al minimo. Arriva una collega della maestra, quest'ultima le si avvicina e inizia un dialogo tra le due. Una bambina di 3 anni che aveva finito di disegnare si avvicina alla maestra e le chiede se le piaceva il suo disegno; la maestra non la sente. La bambina ripete la domanda una seconda volta a voce più alta e tirando leggermente il maglioncino dell'insegnante. A questo punto lei si gira un pò infastidita, dà un'occhiata velocissima al disegno della bimba e mentre si sta già rivolgendo alla collega con lo sguardo, dice: "Si, è molto carino!" e riprende il discorso interrotto.
La bambina, visibilmente confusa, rimane a guardare l'insegnante per qualche istante come aspettandosi un ulteriore commento che invece non riceve. Si dirige allora al tavolo dove lascia il suo disegno incustodito e va a giocare con una sua amichetta.

Questo tipo di atteggiamento genera senz'altro confusione nel bambino che non riesce bene a comprendere cosa aspettarsi e il tipo di messaggio che l'insegnante (o qualsiasi altro interlocutore) ha voluto mandargli. Questo episodio è avvenuto poche volte durante il mio tirocinio, ma è senza dubbio da evitare una comunicazione paradossale continua o estesa.

Se la comunicazione paradossale crea qualche problema di comprensione, l'INGIUNZIONE PARADOSSALE è senza dubbio più pericolosa. L'INGIUNZIONE PARADOSSALE avviene quando per qualche motivo tutto ciò che il bambino fa è sbagliato!
Riporterò un esempio per spiegarmi meglio: un bambino di quattro anni va all'asilo ed è abbastanza integrato nel gruppo classe. L'unica cosa che non va giù ai suoi genitori (il papà in particolare) è che non reagisce quando gli altri bambini lo colpiscono, lo spingono, gli tirano qualche sberla. E' un bambino molto sensibile, timido , affettuoso che in effetti non reagisce mai. La maestra cerca di stimolarlo e gli chiede di riferirle se qualche bambino si comporta male con lui, ma il padre, credendo di dover rafforzare, in questo senso, la personalità di suo figlio, lo sgrida e gli dice di ripagare con la stessa moneta i bambini che alzano le mani su di lui. Era desiderio del padre che il figlio prima reagisse allo stesso modo in cui veniva trattato dagli altri bambini e poi si rivolgesse alla maestra.
Qualche settimana dopo, durante il disegno, il bambino in questione viene disturbato da un suo compagno. Per la prima volta il bambino reagisce colpendo il compagno sulla fronte con la punta delle matite e gli procura qualche graffietto. Per la violenza usata (e il rischio che il compagno venisse colpito negli occhi) la maestra sgrida violentemente il bambino e una volta arrivato il momento dell'uscita ne parla con la mamma venuta a prendere il figlio. Anche la mamma sgrida il bambino dicendo che certe cose non si fanno.

Si può facilmente comprendere come la situazione sia delicata in un contesto del genere e la confusione totale in cui cade il bambino dopo una simile circostanza. Il bambino infatti si ritrova a non saper più cosa scegliere: le opzioni a lui proposte sono solo due ed entrambe sono scelte sbagliate. La reazione aggressiva o la non-reazione sono due scelte opposte e che non soddisfano mai le esigenze e le richieste delle persone a lui vicine. Il bambino si ritrova così totalmente spiazzato e privo di libere ed autonome iniziative.

C'è da dire che nell'arco di una giornata noi pratichiamo molte volte, inconsapevolmente, la comunicazione o l'ingiunzione paradossale. E' bene comunque venire a conoscenza di questi tipi di contraddizione corporea/verbale o comportamentali in modo da evitare di cadere in queste trappole che sono insite nello stesso concetto di comunicazione.



E questo video, un pò paradossalmente, riassume quanto spiegato sopra! Buona visione!!! :)

Ci presentiamo!!!

Ciao a tutti!!!
Come già scritto nella descrizione siamo Stefania e Silvia, due studentesse iscritte alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria e che hanno seguito il corso di Pedagogia Speciale sostenuto dal professor Nicola Cuomo, grande esperto nell'integrazione di bambini diversamente abili nel mondo scolastico e nel campo educativo.
Questo blog vuole essere un ponte di scambio tra esperienze, teorie e tutto ciò che riguarda il mondo dei cuccioli d'uomo!

Dopo questa breve presentazione ci piacerebbe spiegare il perchè questo blog si intitola: "Molto più di un metro e dieci!!!". La convinzione spesso radicata è che la sensibilità dei bambini, la loro profondità, nonchè la loro intelligenza sia in realtà pari alla loro altezza: più piccoli sono meno sono in grado di comprendere, di ascoltare, di osservare...
In realtà gli studi universitari che abbiamo svolto finora ci permettono di sfatare completamente quest'equazione, e anzi crediamo che dovrebbero essere gli adulti ad alzarsi al livello dei bambini e non ad abbassarsi, come comunemente si crede. Questo perchè un metro e dieci di altezza non basta a contenere la loro voglia di fare, di scoprire, la loro curiosità, la fantasia, l'immaginazione, la sensibilità e tanto altro...

Ci avventureremo con voi nel mondo di queste personcine così piccole eppure così immense!!!