La COMUNICAZIONE PARADOSSALE avviene quando con la nostra voce comunichiamo una certa cosa, mentre con il corpo ne comunichiamo un'altra.
Per fare un esempio pratico mi verrebbe subito in mente il comportamento di molte coppie che ho avuto occasione di osservare:
"Ti va di uscire?" chiede lei, con evidente voglia di fare una passeggiata.
"Si, va bene! Usciamo" risponde lui, ma dicendolo alza gli occhi al cielo e con le mani fa un gesto di leggera insofferenza!
Qual è dunque il messaggio? A cosa bisogna dar conto in questa conversazione?
Questo piccolo esempio, forse un pò banale, riesce a chiarire il concetto che volevo esporre con la prima frase. Ma se per gli adulti questo tipo di contraddizione è piuttosto gestibile tramite un chiarimento, per i bambini non è affatto così.
La confusione che deriva dai messaggi contrastanti che il bambino sta ricevendo è certamente inevitabile. Durante la mia esperienza di tirocinio presso una scuola dell'infanzia ho avuto modo di sperimentarlo:
La bambina, visibilmente confusa, rimane a guardare l'insegnante per qualche istante come aspettandosi un ulteriore commento che invece non riceve. Si dirige allora al tavolo dove lascia il suo disegno incustodito e va a giocare con una sua amichetta.
Questo tipo di atteggiamento genera senz'altro confusione nel bambino che non riesce bene a comprendere cosa aspettarsi e il tipo di messaggio che l'insegnante (o qualsiasi altro interlocutore) ha voluto mandargli. Questo episodio è avvenuto poche volte durante il mio tirocinio, ma è senza dubbio da evitare una comunicazione paradossale continua o estesa.
Se la comunicazione paradossale crea qualche problema di comprensione, l'INGIUNZIONE PARADOSSALE è senza dubbio più pericolosa. L'INGIUNZIONE PARADOSSALE avviene quando per qualche motivo tutto ciò che il bambino fa è sbagliato!
Riporterò un esempio per spiegarmi meglio: un bambino di quattro anni va all'asilo ed è abbastanza integrato nel gruppo classe. L'unica cosa che non va giù ai suoi genitori (il papà in particolare) è che non reagisce quando gli altri bambini lo colpiscono, lo spingono, gli tirano qualche sberla. E' un bambino molto sensibile, timido , affettuoso che in effetti non reagisce mai. La maestra cerca di stimolarlo e gli chiede di riferirle se qualche bambino si comporta male con lui, ma il padre, credendo di dover rafforzare, in questo senso, la personalità di suo figlio, lo sgrida e gli dice di ripagare con la stessa moneta i bambini che alzano le mani su di lui. Era desiderio del padre che il figlio prima reagisse allo stesso modo in cui veniva trattato dagli altri bambini e poi si rivolgesse alla maestra.
Qualche settimana dopo, durante il disegno, il bambino in questione viene disturbato da un suo compagno. Per la prima volta il bambino reagisce colpendo il compagno sulla fronte con la punta delle matite e gli procura qualche graffietto. Per la violenza usata (e il rischio che il compagno venisse colpito negli occhi) la maestra sgrida violentemente il bambino e una volta arrivato il momento dell'uscita ne parla con la mamma venuta a prendere il figlio. Anche la mamma sgrida il bambino dicendo che certe cose non si fanno.
Si può facilmente comprendere come la situazione sia delicata in un contesto del genere e la confusione totale in cui cade il bambino dopo una simile circostanza. Il bambino infatti si ritrova a non saper più cosa scegliere: le opzioni a lui proposte sono solo due ed entrambe sono scelte sbagliate. La reazione aggressiva o la non-reazione sono due scelte opposte e che non soddisfano mai le esigenze e le richieste delle persone a lui vicine. Il bambino si ritrova così totalmente spiazzato e privo di libere ed autonome iniziative.
C'è da dire che nell'arco di una giornata noi pratichiamo molte volte, inconsapevolmente, la comunicazione o l'ingiunzione paradossale. E' bene comunque venire a conoscenza di questi tipi di contraddizione corporea/verbale o comportamentali in modo da evitare di cadere in queste trappole che sono insite nello stesso concetto di comunicazione.
E questo video, un pò paradossalmente, riassume quanto spiegato sopra! Buona visione!!! :)
E questo video, un pò paradossalmente, riassume quanto spiegato sopra! Buona visione!!! :)
Ho trovato questo post molto interessante; infatti mi rendo conto che anche io, come mamma, a volte capito spesso in questi tranelli.
RispondiEliminaVolevo comunque chiedervi un parere:
mio figlio frequenta la quarta elementare, è un bambino molto vivace e curioso. A scuola sono tutti molto contenti di lui, soprattutto il maestro di matematica e scienze. Lo vedo spesso, una volta finiti i compiti, accendere il computer di sua inziativa e cercare l'argomento che ha studiato in scienze quel giorno, oppure guardare interessatissimo dei documentari sulla natura o sugli animali.
L'unica maestra che si lamenta di lui è quella che insegna storia e geografia: in particolare dice che quando c'è da spiegare o studiare storia il bambino si distrae molto spesso, è disattento, per nulla interessato e porta alla distrazione anche altri suoi compagni!
Ho provato a parlarne con mio figlio e lui mi ha semplicemente risposto: "Mi annoio!".
Mi chiedevo: cosa potrei fare secondo voi per stimolarlo allo studio della storia? Non pretendo che gli nasca una passione come quella per le scienze, ma vorrei almeno che non odiasse completamente la storia, soprattutto per il suo futuro scolastico!
Avreste qualche consiglio da darmi?
Seguici nel nostro prossimo post!
RispondiEliminaPrendendo spunto dal tuo commento parleremo proprio di questo! ;)