Durante il corso di Pedagogia Speciale tenuto dal professor Nicola Cuomo, una delle lezioni ha riguardato le differenze tra i bambini normodotati e i bambini affetti da Trisomia 21.
In particolare abbiamo visionato delle ricerche che facevano vedere e notare praticamente queste differenze.
I bambini affetti da Sindrome di Down, infatti, presentano delle difficoltà nel collegare tra loro i circuiti dei vari sistemi sensoriali che abbiamo: quello visivo, uditivo, tattile, gustativo ed olfattivo.
La ricerca infatti prendeva come esempio due bambini di circa 6 mesi (un normodotato e uno con Sindrome di Down) durante il pasto. Ad entrambi i soggetti venivano proposti 2 tipi di pappe, una rossa (che piaceva molto) ed una verde (che invece non piaceva).
Il bambino normodotato veniva imboccato con la pappa rossa e la mangiava tranquillamente con gusto. Arriva però il momento in cui gli viene data la pappa verde: alla prima cucchiaiata il bambino reagisce normalmente, non piange e non rifiuta la pappa. Alla seconda cucchiaiata il bambino però, vedendo che la pappa era quella verde e associando il colore al gusto che non gli piaceva, il bambino serra la bocca e non accenna a riaprirla per accettare la pappa se non quando la pappa verde è stata sostituita con quella rossa . Successivamente, quando al bambino viene proposta nuovamente la pappa verde, ancora una volta la bocca viene chiusa e riaperta solo per accogliere la pappa rossa. Gli occhi del bambino sono concentrati sul piatto e sul movimento del cucchiaino, le orecchie colgono il suono che questo fa toccando il piatto, il naso coglie gli odori della pappa. Il sistema gustativo attiva nel bambino tutti gli altri sistemi sensoriali.
Ripetendo la stessa cosa sul bambino affetto da Sindrome di Down, vediamo che il bambino è altrettanto tranquillo mentre mangia la pappa rossa. Al primo assaggio di quella verde, il bambino rimane indifferente esattamente come l'altro bambino, ma quando la pappa verde gli viene riproposta lui non la rifiuta, ma l'accetta e quasi immediatamente, riconoscendo il sapore non amato, si mette a piangere fino a quando non gli viene data la pappa rossa. Anche riproponendo ancora una volta al bambino la pappa verde, questo non la rifiuta, ma l'accetta sempre e risponde con le lacrime ogni volta che gli viene data. Il bambino con Sindrome di Down, infatti, non guarda il piatto e il colore delle pappe riuscendo così a distinguere quella amata da quella non amata. Nel bambino è attivo solo il sistema gustativo che non interviene attivando anche gli altri sistemi sensoriali. Mentre lui mangia, gli occhi sono concentrati altrove, le orecchie pur udendo il suono del cucchiaio non lo colgono unendolo alla stimolazione gustativa che riceve.
Quali sono le strategie che possiamo utilizzare ogni giorno perchè si attivi la stimolazione sensoriale partendo da un solo circuito sensoriale? Cercare di collegarli tra loro il più possibile. Come? Rendendogli queste cose il più comunicative e palesi possibile! "Com'è buona questa pappa!!! E che bel colore ha: è ROSSA (stimolazione visiva)!! E sentiamo, è calda o fredda? E' calda (stimolazione tattile, bisogna che il bambino senta sulla pella la temperatura della pappa!)! E sentiamo che buon profumo ha! Che buono, sa di pomodoro (stimolazione olfattiva, quando il bambino sentirà l'odore e lo abbinerà a quello che sta mangiando!)!!!" Ovviamente questo tipo di atteggiamento è da tenere in ogni approccio con il bambino, stando però attenti a non bombardarlo di troppe informazioni sconnesse tra loro!
Il mio suggerimento d'approccio voleva essere soltanto un piccolo esempio del comportamento da tenere: lungi da me definirmi un'esperta nel settore! Consiglio comunque, per maggiori informazioni o richieste particolari su questo e altri argomenti di rivolgersi al professor Nicola Cuomo e collaboratori e di visionare il sito web: http://www2.unibo.it/emozione/
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